Bedford Avenue (dj set)

Dj Resident dello storico  Plastic di Milano, Bedford Avenue è un progetto sonoro a cura di Francesco RapOne e Fabio “ESO″ Taravella. Il nome è un piccolo tributo alla strada di Brooklyn (NY)  centro vitale delle nuove tendenze del pianeta  ed alla omonima via di Camden a Londra, da sempre tra le zone più in fermento della capitale inglese. Da questa premessa, la proposta di B.A.  proprio come un ponte lega i suoni della nu-disco a quelli della UK bass  passando per tropicalismi inediti ed ardite  combinazioni di differenti atmosfere,  sonorità molto rare in territorio italico.

 

 

“L’ATTESA” di Claudia Mastrorilli

L’attesa è un lavoro immaginato e realizzato dalla pianista Claudia Mastrorilli. Un fiore nato nel prato di periferia, a due passi da casa, dove spesso non si getta nemmeno uno sguardo. Un album costruito su un intreccio di melodie estratte direttamente dal bagaglio delle proprie emozioni e consegnate al pianoforte.

Nell”Attesa” la Mastrorilli riversa accanto ai suoi ricordi le lezioni apprese lungo il percorso della sua carriera di pianista fuori dagli schemi. Un pianismo trasversale che si è cibato di esperienze con musica per immagini e fondamentalmente con Weltanschauung un particolarissimo progetto di un pò di anni fa. Un lavoro che con questa sensibilità e questa varietà di colori ha convinto con un semplice ascolto l’importante etichetta ERI ed.Rai, che lo ha prodotto e sostenuto.

Vanno ricordati per il determinante contributo che hanno dato a questo lavoro i compagni di strada, i musicisti ”complici” di questo progetto. Su tutti il direttore artistico il pianista Diego Morga, il talentuoso violoncellista Piero Salvatori, il sax di Nicola Alesini, il trombettista Giorgio Distante e “l’elettronico”Roberto Matarrese

Formazione: Claudia Mastrorilli piano, special guest Piero Salvatori (cello) 

Roberta Daugenti (1 Violino), Stefania  Ladisa (2 Violino), Giuseppe Piccininni (viola), Luciano Tarantino (Cello), Giorgio Distante (tromba), Giacomo Mongelli (batteria), Alessandro Pipino (lama sonora), Giovanni Chiapparono (fisarmonica), Nando DiModugno (chitarra), Cristina Palmiotta (voce), Roberto Matarrese (elettronica)

 

 

CINEMA SOLORIENS

MARSHALL ALLEN (SUN RA ARKESTRA)  JAMES HARRAR (sax tenore, flauto  and video) Rogier Smal (elettronica e percussioni)

Una performance multimediale che nasce intorno a due dei personaggi più eccentrici e leggendari della musica del nostro tempo; il grande MARSHALL ALLEN (90 anni fra poco) (cofondatore e ultimo leader della mitica SUN RA ARCKESTRA) e JAMES HARRAR musicista visionario e video maker autore  di “poemi cinematografici personali ed abbaglianti”.

E’ un lavoro che sin dalle origini (17 anni fa) si è posto l’obiettivo di rivelare la connessione più profonda che può esserci tra immagini e musica ed in special modo con la musica dal vivo.  Ogni concerto è un tentativo di illustrare come possa essere magica questa relazione.

Nel progetto di volta in volta si sono imbarcati musicisti provenienti da generi e stili differenti da Daevid Allen dei Soft Machine/Gong a Cris Cutler degli Henry Cow, da Eric Thielemans a Yahya Abdul Majid e Art Jenkis della Sun Ra Arkestra.

Nel live di Time Zones il progetto si misura con l’elettronica e le percussioni di Rogier Smal straordinario percussionista olandese, performer, disegnatore, artista totale ”un set praticamente impedibile” (Evening news).

http://www.youtube.com/watch?v=vtFjiUQvN6U

http://www.youtube.com/watch?v=SR7XhRD7okk

 

 

Jóhann Jóhannsson

“Un'immersione profonda e coinvolgente in un favoloso non-luogo, accompagnati da melodie tenui e solenni”.

Così qualche anno fa veniva recensito FORDLANDIA il lavoro più noto di Jóhannsson (2008).

Pianista e compositore islandese dal tocco inquieto ed ammaliante, da lui suoni lievi e visionari per vere e proprie colonne sonore di film immaginari dove le note sono pennellate che disegnano i contorni di questo ”cerebrale paesaggio” che è l’Islanda. Agitatore culturale impegnato della scena islandese ha fondato a Reykjavík la  Kitchen Motors un’etichetta coagulo di sperimentazioni e nuove forme in ogni campo dell’arte.

Come musicista  ha fondato gli Apparat Organ Quartet, ha pubblicato dischi a nome proprio: Englabörn (Touch, 2002), Virðulegu Forsetar (Touch, 2004), IBM 1401, A User's Manual (2006), Fordlandia (2008), And In The Endless Pause There Came The Sound Of Bees (Type, 2009), The Miners' Hymns (Fat Cat, 2011).

Ha anche prodotto e scritto musica per il cinema ed il teatro e per Marc Almond, Barry Adamson ,Pan Sonic, The Hafler Trio, Magga Stina e altri.

È membro del supergruppo di electronica islandese Evil Madness.

http://www.youtube.com/watch?v=vJgahLsOVjc&list=PL6B164AB55ABE64D3

http://www.youtube.com/watch?v=jJ8TnlNpatk   

http://www.youtube.com/watch?v=U3lHj2vFfS

 

 

Hildur Guðnadóttir

Hildur Guðnadóttir è una musicista di grande intensità poetica e infinita vaporosità estetica. Un ossimoro vivente.

La sua è una ricerca dai toni delicati tra acustica e dronica. Lo sanno Pan-Sonic, Mùm e Throbbing Gristle con i quali Hildur ha collaborato.  “Mount A” e “Without Sinking” sono i 2 cd dove tutto ciò è facile rinvenire.Anche “Leyfðu Ljósinu” il suo ultimo lavoro registrato dal vivo a New York è in questo alveo, un esperimento elettroacustico intensamente ispirato.

Giochi di luce e ombra, oppressione e liberazione, silenzio e saturazione. 

Curato da lei in ogni dettaglio i questa soave trappola amniotica come un ricordo fa scivolare la mente lontana.

Un canto di sirene che sembra provenire dal fondo di quell’oceano che è l’orizzonte mentale degli abitanti di questa “strana” isola che è  l’Islanda.  

 

 

JACARANDA’ by Filippo Lattanzi feat Alan Licht

Questo progetto nasce all’interno di un gruppo di percussionisti capitanati dal compositore Filippo Lattanzi.

Un percorso dedicato alla marimba con il dichiarato intento di rompere le barriere tra la musica colta e le altre musiche come il jazz o la musica etnica. Alla base dell’esperimento che nasce qui a Time Zones dopo una sorta di prova generale un mese fa ad Atene vi è l’idea di rielaborare alcune partiture di grandi musicisti (S.Reich,I.Xenakis,A.Vinao, A.Thomas, J. Schwantner,  P. Smadbeck, Filippo Lattanzi) assoggettandole a timbriche sonore provenienti da altri generi lasciandone inalterato lo spirito innovativo che le ha contraddistinte all’atto della composizione.

A cucire questo lavoro le  partiture originali di Filippo Lattanzi e le bellissime immagini, operate dal vivo, dal fotografo e film maker Gaetano Plasmati. Come ulteriore “elemento destabilizzante” ospite il chitarrista newyorchese Alan Licht.

Formazione: Filippo Lattanzi (marimba & percussion), Gianni Vancheri, electric guitars, Marta Gadaleta, voice & percussion Anna Lisa Pisanu (flutes, guitar & percussion) Francesco D’Aniello(vibes &  percussion)

immagini dal vivo Gaetano Plasmati

ALAN LICHT - Partito alla fine degli anni Ottanta con i Love Child e i Blue Humans e arrivato alla carriera solista solo nel 1994, Alan Licht è uno dei più interessanti tra i ‘giovani’ chitarristi d’avanguardia statunitensi. In pianta stabile con i Run On ma sempre impegnato in collaborazioni importanti come quelle con Keiji Haino e con Loren MazzaCane Connors, Alan divide la sua ispirazione soprattutto tra due passioni: il minimalismo e l’improvvisazione, ed è sempre su questi due ‘estremi’ che la sua musica si misura. Il paradosso è che nelle sue mani due generi teoricamente così antitetici diventano un corpo unico. Alan inoltre ha all’attivo una brillante carriera come esperto e critico, con collaborazioni Halana, Logopandocy e Wire.

 

 

DAFNIS PRIETO & PROVERB TRIO (Cuba/Usa)

“Un prodigio alla batteria, un talentuoso pianista della scena Jazz newyorkese e per finire un vocalist o meglio un MC nominato al Grammy Award: “Il Proverb trio di Dafnis Prieto, un’assoluta novità sulla scena internazionale del nu jazz”

Batteria poderosa con echi latinos (Dafnis Prieto è di origini cubane) Funk old style, hammond distorti, synt graffianti, una psichedelia alla Arnold Layne ed una calda voce da MC giamaicano sono gli ingredienti di questi suoni.

Ormai da tempo nella Grande Mela il jazz che conta quello che passa da locali di culto come lo “Small’s” parla una lingua diversa o meglio tante lingue. Batteristi di origine latina (come Dafnis) trombettisti nuyorican come Diego Urcola, musicisti indiani come il sassofonista Rudresh Mahanthappa, il pianista Vijay Iyer ed il vocalist Sachal Vasandani, bassisti africani come il nigeriano Ugonna Okegwo sono tra gli artefici di una vera e propria new wave del jazz, un poderoso salto in avanti per cercare di restituire a questa musica quell’anelito liberatore che l’ha imposta come musica rivoluzionaria nell’arco dell’intero 900.

Il jazz di questo trio appartiene a questa “corrente” e fa i conti con quello che è avvenuto di recente nella black music e con suoni latini,  accanto a questo prodigioso percussionista, un geniale ed ardito tastierista/pianista come Jason Lindner e con KoKayi rapper sanguigno, arrangiatore, produttore, educatore e conferenziere con una recente nomination al Grammy. 

 “Un  live letteralmente “esplosivo”.

Formazione Dafnis Prieto (drum) Jason Lindner( piano,tastiere) Kokayi( vocal).

 

 

JON HOPKINS

Jon Hopkins (Londra 1979) è un musicista e compositore britannico.

Precocissimo pianista iniziò a suonare a cinque anni e a dodici anni entrò al Royal College of Music di Londra.  Nel 2001 ha debuttato con un album capolavoro "Opalescent", a cui sono seguiti "Contact Note" nel 2004, "The Fourth State" nel 2008  ed "Insides2 nel 2009.

L'ultimo suo lavoro è Immunity del 2013. Hopkins ha lavorato con molti artisti, tra cui Coldplay, Imogen Heap, King Creosote, Massive Attack, Chris Coco e Brian Eno.

I suoi progetti più recenti hanno interessato dei remix (sotto lo pseudonimo di Mr Roque) per FrouFrou, Clarksville e Keane. Raffinatissimo creatore di soundscape è riuscito ad approdare ad un enorme riscontro popolare mantenendo integra la sua sofisticatissima cifra stilististica: un impasto di suoni ambient, tec-trip e scudisciate tecno. Le collaborazioni con Brian Eno e con i Coldplay lo hanno paracadutato nell’olimpo della musica contemporanea facendone un’icona dell’elettronica più intelligente quella capace di essere musica non solo da ballare, ma suono dei nostri tempi.

http://www.youtube.com/watch?v=Q04ILDXe3QE

http://www.youtube.com/watch?v=MqKVvaCN5M8&list=PL26A4853642B13320

http://www.youtube.com/watch?v=yHage8fhVJs&list=PL26A4853642B13320

 

 

ERIK HONORE' - GRETA AAGRE (NORV)

Dalla Norvegia arrivano ormai da anni straordinari lavori, un parco musicisti che ha saputo creare un suono ed uno stile molto riconoscibile. Un jazz nordico poco ortodosso, ma sempre carico di cose nuove.

Questo duo così ben assortito ha tirato fuori di recente un disco "Years of the bullet” che ha fatto gridare illustri signori della musica come David Sylvian e John Kelman (critico di punta di “All About the Jazz”) al capolavoro.

Un album di scrittura multistrato, di lirismo delicato e paesaggi sonori su cui David Sylvian, ha voluto mettere le mani "Year of the Bullet"  fonde la voce di rara espressività della Aagre, con il delicato paesaggio elettronico di Honoré gia produttore di Nils Petter Molvær e collaboratore dello stesso Sylvian e di “sua maesta’ Brian Eno”.

Liriche sinuose ed un impatto fortemente emotivo dal vivo ne fanno un live che si scopre pezzo dopo.

Per il concerto di Time Zones vi sarà il contributo di Raffaele Casarano il giovane sassofonista salentino ormai una raffinata certezza del panorama non solo nazionale fortemente voluto da Honorè proprio per la sua duttilità per la sua capacità di andare caparbiamente oltre i confini delle convenzioni prestabilite.

Formazione: Greta Aagre (vocals) - Erik Honore (electronics/live sampling) - Snorre Kiil Saga (bass)  (NORV) - Feat. Raffaele Casarano 

http://www.aagrehonore.com/media/live-at-punkt-2012.html

http://soundcloud.com/aagre-honore

 

 

JIM BLACK trio

Jim Black appartiene a quella nuova generazione di musicisti che hanno “traslocato” con innovazione e fantasia il jazz nel 21° secolo.”J.B. è uno dei batteristi più influenti del nostro tempo” ,

Sulla base del suo approccio virtuosistico, ma altamente personale di batteria jazz e con  le sue estetiche si è espanso per includere ritmi balcanici, rock e paesaggi sonori songcraft laptop. Sebbene sia venerato in tutto il mondo per la sua tecnica senza limiti ed i suoi  concetti  avanguardistici, quello che più Jim Black riesce ad esprimere è il sentimento implacabile di gioia e di invenzione che riesce ad apportare alle sue performances.

Membro del gruppo Pachora, è uno dei massimi innovatori dell’attuale scena jazz Usa, grazie ad una poliritmia rinnovata alla raffinata cooptazione di sonorità etniche ed ad un uso sapiente dell’improvvisazione elettronica.

Nato nel 67 a Seattle negli anni 90 è approdato a NYC elettrizzando da subito la scena intorno a quell’avamposto di geniali intuizioni che fu la Knitting Factory. Oggi il suo è un ruolo di assoluto rilievo, gira il mondo in tour con il suo trio, ma anche con altri musicisti fra gli altri Uri Caine, Satoko Fujii e Laurie Anderson.

Formazione:  JimBlack (drums,electronics) - EliasStemeseder (piano) - ThomasMorgan (bass)

 Jim Black Trio - Live at#FE4A42

 

 

BAM! Il jazz oggi a New York

Alla presenza di MARSHALL ALLEN, JAMES HARRAR, JIM BLACK con UGO SBISA’ (critico musicale Gazzetta del Mezzogiorno), con FABRIZIO VERSIENTI critico musicale del Corriere del Mezzogiorno e con l’autore NICOLA GAETA presentazione di:

BAM! Il jazz oggi a New York Battiti, artisti, club Nicola Gaeta “Caratteri mobili” 2013

63 interviste a musicisti attivi nella scena del jazz di New York .

Black American Music (BAM) è la sigla con la quale alcuni artisti stanno cercando di ridefinire la musica afroamericana, fra cui il jazz, per esaltarne le radici e sottrarla da quelli che ritengono i meccanismi del mainstream bianco. Ma esiste veramente la BAM? E cosa ne pensano i musicisti?
Nicola Gaeta ha intrapreso un viaggio fra le strade e i club di New York guidato da queste domande. Ne è scaturita una sorta di guida alla città, alla sua musica, al jazz della Grande Mela. Alla presenza di 2 straordinari personaggi del passato e del presente di questa scena si discuterà di BAM! con l’autore.

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